“Fare attività fisica è fondamentale. Per stare bene bisogna contrastare l’immobilità.”
Chi l’ha detto? Il vostro dietologo? Il vicino super palestrato? L’amica salutista impegnata nella sua lotta contro i carboidrati? No. L’ha detto Tim Cook, Ceo di Apple, azienda che ha appena sforato i 700 (settecento!) miliardi di dollari a Wall Street. L’occasione è stata la presentazione del nuovo Apple Watch, orologio particolarmente orientato a monitorare l’attività fisica di chi lo indossa. Ma la sua, oltre che una buona pubblicità, pare una vera e propria convinzione radicata contro i sedentari da scrivania. E non è l’unico a pensarla così.
Pochi mesi fa un altro numero uno, Larry Page – fondatore di Google, assieme a Sergey Brin – in una intervista, aveva detto che per vivere meglio, bisogna lavorare meno. Perché il successo ormai non è più soltanto quello che si nutre di soldi e potere. È anche quello che riguarda la realizzazione personale. Il numero uno di Google si schiera addirittura tra coloro a favore di una riduzione dell’orario di lavoro settimanale.
Lui, lavoratore infaticabile nonché diciannovesimo imprenditore più facoltoso d’America. Eppure sostiene che il lavoro forsennato “limita lo spazio umano, riduce i momenti in cui una persona può dedicarsi alle proprie passioni” con il risultato di nuocere alla “creatività” e di conseguenza anche alla qualità del lavoro stessa.
E allora? Se menti brillanti come queste, si affidano all’attività sportiva e a queste teorie, forse è il caso di credere al detto latino “mens sana in corpore sano”.
N.B. Per farlo però, non vi basterà aggiungere lo sport ai pacchetti della pay-tv.
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