“Ce lo chiede l’Europa”. Questa frase tanto sentita, tanto abusata da politici, esperti, discutibili ospiti di salotti televisivi, distinti signori seduti al tavolino del bar, ci ha fatto scendere sotto i tacchi l’immagine del Vecchio Continente e soprattutto delle istituzioni che lo governano.
L’Europa è diventata così la maestrina insopportabile, quella che ti sta col fiato sul collo, pronta a sferrare la sua penna rossa e ad informarti – senza nascondere un certo compiacimento – che sei rimandato a settembre. E’ il medico che scuote la testa ripetendo “Signora mia, così non va”. E’ la vicina di casa che viene sempre a suonarti perché esistono delle regole in questo condominio e ad ogni occasione non mancherà di elencartele tutte. Ma siamo proprio sicuri che sia così antipatica questa Europa?
“Non sono cattiva, non è colpa mia, è che mi disegnano così”, diceva Jessica Rabbit e probabilmente calza anche in questo caso. L’Europa mette a disposizione finanziamenti che troppo spesso non vengono sfruttati dalle imprese italiane, anche a causa della mancanza di conoscenza di queste opportunità e delle competenze necessarie per saperle cogliere.
Ecco perché diventare esperti di appalti, pubblici ed europei nello specifico, può rivelarsi una scelta quanto mai vincente. In un periodo di forte criticità del mercato, figure professionali che conoscano le dinamiche di questo settore e le strategie per muoversi al suo interno, sono sempre più ricercati dalle aziende italiane.
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