Una laurea in chimica per combattere la crisi

I dati sull’occupazione giovanile comunicati negli ultimi mesi dall’Istat hanno ribadito la tendenza negativa che il mercato del lavoro italiano registra ormai da anni: la disoccupazione giovanile è salita al 39,5%, con un picco del 51% per le donne del sud Italia. La notizia però forse più sconcertante per i giovani italiani non riguarda solo la possibilità di inserirsi o meno nel mercato del lavoro, ma anche l’effettiva possibilità di trovare un lavoro in linea con i loro studi. Moltissimi laureati si riciclano infatti in settori che poco hanno a che fare con il loro percorso di studi e rimangono spesso intrappolati nei lavoretti non qualificati fatti durante gli studi. Riemerge così il dilemma dell’effettiva utilità di un diploma o di una laurea in Italia.

In Italia conviene ancora investire in formazione? Fortunatamente la risposta è si. Se è vero che scorrendo le offerte di lavoro pubblicate su siti web e giornali si trovano soprattutto offerte per camerieri, braccianti agricoli e badanti, è anche vero che il tasso di disoccupazione dei laureati è del 13,8%, quello dei diplomati è del 18,9% e sale al 24,9% tra i ragazzi fermi alle medie.

Ovviamente la situazione è molto diversa a seconda del settore in cui ci si è laureati. Le lauree tecnico scientifiche rimangono ancora le più richieste, molto più di quelle umanistiche (ad eccezione di scienze dell’educazione). Anche le lauree in economia e commercio continuano ad essere ricercate, soprattutto da banche e aziende, ma con un significativo calo dovuto alla crisi del settore bancario. Sullo stesso piano le lauree in giurisprudenza.

In testa alle lauree più richieste, quella in chimica. Sono pochissimi i giovani italiani che al termine del diploma decidono di iniziare un percorso formativo in questo settore. Eppure, sia in ambito statale (la ricerca in ambito chimico è una delle poche che si posiziona ai primi posti nelle classifiche europee) che privato (per farvi un’idea, potete visitare questo link) sono moltissime le offerte di lavoro. Insomma, molte aziende italiane  non riescono a reperire giovani laureati in chimica e spesso sono costrette a  rivolgersi all’estero per colmare le lacune del nostro sistema formativo.

Per intraprendere la professione di chimico è necessaria una laurea in scienze e tecnologie chimiche (classe L-27). All’interno di questa classe ci sono poi diversi corsi di laurea triennale tra cui scegliere in base alle proprie preferenze e al settore lavorativo in cui ai spera di trovare lavoro; tra i tanti, chimica ambientale, chimica dei materiali e tecnologie chimiche. Anche nella classe delle lauree in ingegneria (L-9) é possibile iscriversi ai corsi in ingegneria dei materiali o ingegneria chimica. E per chi decide di continuare dopo la triennale, le lauree specialistiche in scienze chimiche, tecnologiche della chimica industriale e ingegneria chimica.
Oltre alle lauree a sistema 3+2, si può ancora optare per lauree a ciclo unico di 5 anni come chimica e tecnologia farmaceutica e farmacia industriale, entrambe indirizzate al settore chimico-farmaceutico.

Se siete interessati a un percorso formativo di questo tipo, vi consigliamo due siti: www.chimicaunabuonascelta.it e www.wlachimica.it

[toggle title_open=”Close Me” title_closed=”Corsi chimica” hide=”yes” border=”yes” style=”default” excerpt_length=”0″ read_more_text=”Read More” read_less_text=”Read Less” include_excerpt_html=”no”]Ecco un elenco dei Corsi di formazione in Chimica nelle principali città italiane:

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